Hannibal – Recensione 2×07 – Yakimono
Il finale dello scorso episodio ci aveva lasciati tutti a bocca aperta e con molti interrogativi. Il ritrovamento di Miriam nel covo dello Squartatore di Chesapeake ci ha fatto arrovellare il cervello con milioni di domande, ma di una cosa potevamo essere assolutamente certi: questa mossa era stata studiata con cura e attenzione da parte di Hannibal. Ancora non ci era ben chiaro il quadro generale, dove questo tassello sarebbe andato a incastrarsi nel puzzle, ma di certo non era un qualcosa lasciato al caso.
Nel corso di due stagioni, lo show ha educato il telespettatore a mantenere un alto il livello di concentrazione, a non distrarsi mai e a non dare per scontato nessun dettaglio. Hannibal Lecter è un criminale affascinante, brillante e machiavellico: da un personaggio così ci si aspetta sempre una mossa che provoca dei risvolti interessanti, una reazione ad effetto domino che va a mescolare prepotentemente le carte in tavola e a stravolgere i precari equilibri che si erano raggiunti.
Miriam Lass è riuscita a sopravvivere, non per volontà sua, ma perché lo Squartatore di Chesapeake le ha concesso di vivere. Ancora una volta vediamo Hannibal calarsi nei panni di Dio, di giudice dispensatore di vita e di morte. Il caso di Miriam è particolare proprio perché il suo ritrovamento permette al nostro serial killer di dare alla polizia un capro espiatorio, di darle un colpevole in modo da allontanare dalla sua persona i sospetti che si stanno facendo via via sempre più insistenti. La donna ha ricordi estremamente confusi del periodo della sua prigionia, ma questa condizione non è dovuta al consueto post trauma che insorge in queste situazioni di shock profondo, ma piuttosto ad un’abile manipolazione della mente operata dallo stesso dottor Lecter. Magistrali i giochi di luce-ombra che vengono fatti per rievocare i ricordi di Miriam, regalando al telespettatore un’efficace idea della confusione e della distorsione che regnano nella sua mente.
Ancora una volta ci troviamo di fronte alla grande conoscenza medica e alla brillante mente del nostro protagonista, aspetti questi che vanno a riaccordarsi con il complesso personaggio che emerge dai romanzi di Thomas Harris.
Non riconoscendolo come suo carceriere, Miriam fornisce alla polizia la via di fuga che Hannibal attendeva, allontanandosi così dalla lista dei sospettati.
Molto interessante è stato il punto di vista di Jack Crawford, che in questo episodio viene lasciato un po’ dietro le quinte. Jack si sente responsabile di quanto è successo a Miriam, per averla abbandonata avendo smesso di cercarla.
Il parallelismo che si crea con Will Graham è molto forte. Anche con lui Jack ha rivissuto la stessa esperienza, coinvolgendolo in una caccia al killer molto pericolosa e poi perdendo la fiducia nella sua persona quando tutte le prove lo vedevano colpevole di crimini orribili e truculenti. Un’affinità che viene resa ancora più evidente dal dialogo tra i due, vittime entrambi delle manipolazioni di uno spietato assassino.
L’unico a nutrire dei dubbi nei suoi confronti è proprio Will che continua tenacemente la sua crociata contro l’uomo, provando a mettere in guardia Alana Bloom e Frederick Chilton.
Alana si dimostra profondamente cambiata nei confronti dell’uomo, soprattutto dopo l’episodio del tentato omicidio di Hannibal, commissionato dallo stesso Will.
Alana non riesce più ad avvicinarsi a Will come faceva un tempo, quando era affascinata dall’uomo e genuinamente incuriosita dalla sua brillante mente e dal suo intuito. Ora vede in lui una persona che si è abbassata a un gesto riprovevole, in nome di una giustizia dietro la quale si nascondeva un sentimento di vendetta personale. Per Alana, Will è diventato come tutti gli altri.
Protagonista dell’episodio si rivela però essere Frederick Chilton. Durante questa seconda stagione lo abbiamo visto spesso misurarsi, confrontarsi e scontrarsi con Hannibal, creando quindi con il suo collega un’interessante tensione e un’intrigante rivalità sulle rispettive capacità professionali. Ma Lecter riesce ad avere la meglio anche sul suo degno avversario, incastrandolo nella sua abile rete.
Se gli esami del sangue di Miriam potevano ancora includere Hannibal nella lista dei sospettati, ad aggravare la sua già precaria situazione ci pensa Lecter, che pensa bene di far trovare a Jack – giunto alla sua abitazione per prelevarlo per un interrogatorio – una scena del crimine allestita ad hoc, secondo il perfetto modus operandi dello Squartatore.
Proprio durante questi momenti scopriamo la triste fine che è toccata ad Abel Gideon, del quale Hannibal si è nutrito finché non è servito per ben altri scopi.
A nulla valgono i tentativi di fuga dell’uomo che prova a trovare rifugio da Will, visto come potenziale alleato poiché vittima anch’egli della stessa trappola. Ma Will non gli può dare quell’appoggio che Chilton cerca. La sua cattura è quindi inevitabile.
Se pensavamo che i colpi di scena fossero finiti qui, ci sbagliavamo di grosso.
Ammanettato e interrogato da Alana, Miriam riconosce Chilton come il suo aguzzino e, assalita da un puro sentimento di terrore e paura, prende la pistola di Jack e colpisce in pieno Frederick, freddandolo sul colpo.
L’uscita di scena di questo personaggio mi ha lasciato molto perplessa, ve lo devo confessare. Se nello scorso episodio erano emersi degli interessantissimi collegamenti con i vari film prodotti su questo affascinante personaggio, la morte di Chilton si allontana completamente da essi.
Indimenticabile infatti è la scena finale de Il Silenzio degli Innocenti, la famosa telefonata che Hannibal fa a Clarice, chiudendola con l’allusivo «I’m having an old friend for dinner. Bye!» che lascia intendere al telespettatore che Frederick in realtà verrà ucciso e mangiato da Lecter.
Una scelta, questa, da parte degli autori che va a confermare la piena autonomia e indipendenza che la serie della NBC sta lentamente prendendo rispetto ai romanzi e alla filmografia già prodotta.
La scena finale che ha visto il ritorno di Will in terapia da Hannibal mi ha sorpresa, ma sono altrettanto curiosa di vedere gli interessanti risvolti che avrà questo inusuale ritorno nella tana del lupo da parte di Will. Sicuramente è una mossa strategica per tenere sotto controllo i movimenti di Lecter, per attendere che compia un passo falso. Un’azione, se vogliamo, che può essere riassunta con una celebre frase de Il Padrino: «Tieni i tuoi amici vicini, e i nemici ancora più vicini».
Nonostante questo cambio di rotta che potrebbe aver lasciato perplessi e dubbiosi i fan che conoscono già la storia di Hannibal Lecter, la serie continua a confermarsi come un prodotto ben fatto e di qualità.
L’altissimo livello qualitativo di questa seconda stagione è legato principalmente al fatto che, di episodio in episodio, si susseguono vicende, macchinazioni, omicidi spettacolari e scenografici e situazioni sul filo del rasoio che, mescolati sapientemente e dosati nella giusta maniera, creano un climax emozionale da vero e proprio cardiopalma.
Yakimono è un esempio efficacissimo di questa condizione e si va a piazzare, hands down, nelle prime posizioni della classifica dei migliori episodi di questa stagione.
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About anna_who
Classe 1990. Nerd cronica. Ama alla follia lo sci-fi, il fantasy e tutto ciò che implica il genere soprannaturale. L'incontro con le serie tv avviene in tenera età, quando i suoi la iniziano a Charmed, X-Files e ER. Trascorre l'infanzia tra le crisi adolescenziali dei ragazzi di Capeside e le avventure della Scooby Gang, iniziando quindi a presentare alcuni sintomi della telefilia. La malattia vera e propria si manifesta dopo la visione del pilot di Lost, il primo grande amore. Non è riuscita a trovare una cura per la sua dipendenza e per la sua innata capacità di guardare un episodio dietro l'altro finché non arriva a terminare la stagione. Per poi iniziare la successiva subito dopo! Impazzisce per Game of Thrones e ama la famiglia Stark. Ha inoltre sviluppato una pericolosa ossessione per Doctor Who e ogni giorno scruta il cielo e attende l'atterraggio dello scintillante TARDIS blu nel giardino di casa per fuggire via con il Dottore ai confini del tempo e dello spazio. Glee è il telefilm che la descrive meglio: ironica, solare, allegra e fuori di testa!
Mammamia. Pure iooooooooooooooooooooooooo! T_____________T
Questa stagione è favolosa! *_______________*
Vorrei troppo divorare le puntate che restano ç_ç