Helix – Recensione 1×03 – 274

Ammettiamolo, Helix non era partita proprio benissimo. Il pilot mi ha convinto a tratti, i personaggi mi sembrano stereotipati, l’ambientazione è un collage di film e situazioni cult degli anni Ottanta a cui tutti noi ex bambini nerd siamo affezionati più che al vecchio orsacchiotto di pezza. Eppure qualche barlume del genio narrativo di Moore già si intravedeva, sepolto da una coltre di ghiaccio artico di luoghi comuni. La curiosità per il terzo episodio era dunque altissima: sarò costretta a bollare come errore di percorso il nuovo progetto di uno dei miei idoli o posso dargli una possibilità? In questa stagione televisiva già mi sono azzardata dopo due episodi a sputare cianuro su Agents of S.H.I.E.L.D., salvo poi innamorarmene alla follia, quindi ho imparato la lezione e nella recensione di settimana scorsa ho represso il mio istinto di urlare “Oh no Ronald, what the fuck?” come una vera drama queen, imponendomi di vedere prima la 1X03. Ora posso dirlo, ho fatto bene. Helix continuerà di sicuro a non piacere a un sacco di gente, ma io sto iniziando ad annuire con apprezzamento.

Come prevedibile, la situazione al laboratorio sta degenerando: l’infezione si propaga, ma i nostri scienziati non riescono a capire chi manifesti veramente i sintomi e debba essere isolato. Nella stessa squadra del CDC inizia a serpeggiare il dubbio: Julia è stata aggredita da Peter, ma (convenientemente) sembra non ricordarsi cosa le è successo, Sarah manifesta uno strano tremore alla mano, che potrebbe essere solo stress e stanchezza, o forse no.

Inoltre Peter, dopo aver esplorato tutto il condotto di areazione, strappato arti a persone innocenti e vomitato bile nera un po’ ovunque, decide di consegnarsi spontaneamente al fratello. Perché? Una nuova mutazione del virus? O Peter ha un piano?

La Boyle, nel frattempo, continua a studiare le inquietanti scimmie, fonte della trasmissione all’uomo del virus, affiancata dal sempre più ambiguo Balleseros.

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Confido che questa coppia mi darà grandi soddisfazioni: il militare è sicuramente molto più importante di quello che appare e, soprattutto, voglio capire quale sia la sua strategia. Rivela alla Boyle che l’infezione potrebbe non essere stata casuale, ma scatenata proprio dallo stesso Hatake (il fastidioso e viscido giapponese che manda avanti la baracca) e la convince a non dire nulla ad Alan circa le sue scoperte sulla rapidità di sviluppo del virus. Per ora Balleseros è l’elemento fondamentale e irrinunciabile in un buon horror claustrofobico: il doppiogiochista, quello che sa, ma non dice, quello che mette tutti contro tutti in una guerra senza quartiere finché nessuno sa più di chi fidarsi e la vera minaccia diventano i propri simili, non più i Cylon… ehm… il virus.

Mentre la veterinaria e il soldato scongelano scimmie, la brava scolaretta Sarah riesce a sintetizzare da una medusa (eh???) il test per stabilire chi ha contratto il virus: se la provetta diventa verde fosforescente si è infetti e trasferiti nel livello R, isolato rispetto al resto del laboratorio. Viceversa, si può continuare a vivere felici e contenti al piano di sopra. Il piano di contenimento che sembrava funzionare si sgretola su se stesso quando una delle dottoresse, tra le prime infettate, diventa violenta e Alan è costretto a ucciderla per salvare la vita a Julia. Bello il colpo di scena finale, in cui Julia, ormai contagiata, si rende conto che il test non ha funzionato e il livello R, ora sigillato, potrebbe contenere gente sana e viceversa pazienti infetti potrebbero essere a piede libero al piano superiore.

I personaggi femminili, così piatti e sterili nel pilot, hanno avuto qualcosa in più da dire in questo terzo episodio: Julia nasconde sicuramente qualcosa, forse non direttamente collegato all’epidemia, ma ha qualche scheletro nell’armadio e il fatto che il giapponese la nomini di continuo non fa che confermare la mia teoria. Sarah è odiosa, ma non più così insignificante: a parte il momento in cui gongola come una bambina per il test in cui l’avrei veramente presa a schiaffi, può riservarci forse qualche sorpresa: la cicatrice che ha sulla schiena da dove arriva?

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Probabilmente nessuno della squadra si trova lì per caso e questo per ora è il mistero più interessante, cioè tutto quello che sta dietro al contagio in sé, il complotto. Moore riesce, senza essere banale, a complicare una situazione già tragica, a separare i protagonisti, a creare dei dubbi, delle domande e delle aspettative in chi sta guardando.

Certo, i momenti WTF ci sono stati e non pochi, ma vorrei ricordare ai detrattori che questa è FANTAscienza… lo so anche io che ho studiato legge che da una medusa non ricavi il test per un virus sconosciuto, ma non deve essere questo il punto. La puntata funziona e intrattiene, se lo fa con qualche bestialità scientifica e me va bene lo stesso, purché la vicenda prosegua e si faccia ancora più intricata. Sono cresciuta con X – Files, for God sake, se non è assurdo, a me non piace.

In conclusione, devo dire che il lato creepy dello show è una componente forte e ben riuscita: a partire dal bellissimo opening con musica allegra e asettico muro bianco su cui si stagliano le lettere nere, anche le scimmie congelate sono veramente orrende e punto tutto su di loro per rendere ancora più disturbanti i prossimi episodi.

 

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Sarella

About Sarella

Nata e cresciuta in un piccolo paese della provincia bresciana ai tempi di X - Files, vede cospirazioni ovunque e si è convinta che il mondo stia per finire da un momento all'altro. Ossessionata da tutto ciò che è sci - fi, fantasy e british, non si riprenderà mai dalla cancellazione di Firefly e dall'orrendo series finale di Lost. Di giorno fa l'avvocato, ma è solo una copertura per il suo vero lavoro da agente dello S.H.I.E.L.D.