Scandal – Recensione 3×02 e 3×03
Potrei farvi un resoconto dettagliato di ogni singolo fotogramma di ogni episodio e comunque dovreste guardarlo per cogliere le sfumature degli sguardi, la sensazione sotto pelle di continua instabilità, l’erosione continua della fermezza e della forza che sembravano contraddistinguere i personaggi.
In queste due settimane ho avuto da Scandal esattamente quello che volevo: più Olivia, e forse bisogna stare attenti a ciò che si desidera perché quello che ho percepito, alla fine, è che più la conosciamo, più entriamo nella sua pelle, più preferiremmo ricordarcela algida e granitica, lontana, non fragile e sull’orlo di una crisi, molto vicina al suo punto di rottura.
Da questi due episodi, magistralmente diretti, emerge una figura che si staglia su tutti: Eli Pope. Un uomo che controlla la figlia, che controlla Huck, che forse addirittura tira i fili dell’intera nazione, sistemando le persone come pedine su enorme scacchiera, non facendosi mai troppo coinvolgere dai sentimenti, figuriamoci poi dai legami familiari.
In “Guess who’s coming for dinner”, giocato interamente su una contrapposizione tra passato e presente si spiega perché il rapporto tra Olivia e suo padre è così travagliato e impossibile da sistemare. Ovviamente c’entrano Huck, il b-613 e il ruolo che ricopriva suo padre all’interno di esso, scoperto da Liv poco dopo il suo arrivo a Washington per studiare Legge. La puntata ci racconta quindi una cesura netta nel passato per spiegare quella nel presente; dopo aver accettato le condizioni di Eli per la risoluzione dello scandalo presidenziale ed essere riuscita quindi anche a salvare Jake, Olivia chiude di nuovo i ponti con il padre. Ma è tutta un’illusione, come lo era prima, nell’ambiente in cui Olivia vive, respira e si realizza suo padre è il collante, il conduttore attraverso il quale si propagano tutte le cospirazioni, gli intrighi e gli enigmi che Olivia cerca disperatamente di sistemare. Sarà semplicistico e anche scontato, ma ora che c’è in gioco un “Big Villain” così grande, ingombrante, così radicato nella vita della maggior parte dei protagonisti Scandal, diventa un gioco al massacro sempre più avvincente. Dai in mano ad un solo uomo, così carismatico, le redini di un intero show e potresti avere in mano un capolavoro o una boiata colossale (ovviamente io spero se non nel capolavoro, che Shonda è capace di grandi scivoloni, almeno in una stagione tesa e piena di suspence, anche un po’ cafona). Perché tutti tirano e cercano di allontanarsi, di mettere fine alle loro sofferenze e alla loro schiavitù ma semplicemente non possono e nemmeno i sentimenti che provano, quello che fanno in nome della giustizia, quelli che sembravano dei veri risultati, raggiunti da soli, sono così reali se a tenerli in piedi c’è una fitta rete di intrighi che un uomo come Eli Pope non vede l’ora di rivelarti.
In “Mrs Smith Goes To Washintgton” abbiamo quindi una serie di eventi che potrebbero essere, almeno inizialmente, positivi ma che invece sono solo la prova del fatto che tutti quanti sono più o meno controllati da Eli Pope o per calcare un po’ la mano su un’entità metaforica e dare a questo prodotto televisivo un senso più ampio, sono tutti controllati dal Potere, quale che sia la forma che prende, quale che sia la strada destinata ad ognuno di loro. E’ emblematico come Huck, che aveva scoperto come Commander fosse il padre di Olivia nella puntata precedente, non riesca ad ucciderlo ma anzi si faccia assegnare un lavoretto da lui, che Olivia non sappia di chi si puo’ fidare e, dopo una giornata infernale, tornata a casa si scatena su Jake, sapendo che il fatto che lui sia lì, non è il coronamento di un amore e nemmeno di un’amicizia, perché ci sarà un momento in cui suo padre o chi per lui lo sfrutterà per colpire Olivia e sfrutterà lei per annientare lui. Nella White House la situazione è la medesima che fuori, per quanto Eli Pope e i suoi intrighi per il momento non siano così incisivi ( a parte Remington ma ancora non ci è dato sapere molto) si gioca sporco anche nella stanza ovale e la guerra fredda tra la first lady e il presidente continua senza esclusione di colpi. Stupenda Mellie che, ubriaca, brinda alla salvezza di Liv, di modo che rimanga sempre la debolezza del marito, dei fili con cui lei potrà manovrare a suo piacere il suo debole, fragile, innamorato, marito pupazzo.
Scandal si trasforma quindi in un intricato gioco, in una quasi non sbrogliabile matassa di fili (per l’appunto) sottilissimi, di persone in competizione, di persone piene di segreti e bugie, di persone che potrebbero amarsi ma che sicuramente verranno ostacolate da chi ha più potere, da chi è più forte, da chi sa far valere le proprie opinioni e ha meno remore nello schiacciare l’altro.
Se sembrava, nelle precedenti stagioni, che Olivia agisse al di sopra di tutti questi intrighi con uno scintillante white hat sul capo, pian piano anche la forza del suo personaggio sta venendo meno, rimandando allo spettatore l’immagine di una donna, in pericolo, senza più nessuna sicurezza, nemmeno nei suoi Gladiators (vedi lo scatto d’ira di Huck nei suoi confronti dopo aver scoperto che fosse suo padre).
Cose le riserverà il futuro quindi? Riuscirà a sopravvivere? A tenersi ben stretto il suo white hat?
-Per smorzare un po’ la pesantezza di questa recensione e di questi episodi io e Shonda però vi abbiamo anche rifilato l’angolo della ship (AWWWWWWWW)-
Come se a livello internazionale fosse importante, ma Olivia andrà con Fitz o con Jake?
IO personalmente la voglio con Jake, forse perché lui è più simpatico e meno impegnato, certo non sarà mai il suo epic love, ma sarebbe bello ri-vederli tutti coccolosi (leggi che fanno sesso in cucina) come nella passata stagione. E poi Fitz è sempre là. Perché non prendersi una pausa, Liv,dallo stoccafisso presidenziale ? Scommetto che tra un paio di mesi, forse anche anni, sarebbe ancora lì ad aspettarti con la faccia contrita di chi non sa ancora cosa vuole davvero fare. Moglie o amante ? Paese e onore o sveltine e amore? Poor fitz.
Dimenticavo, se siete appassionati di Scandal date un’occhiata a queste stupende pagine Scandal Italia & scandalitalia.blogspot.it
Paperajack
About Paperajack
classe 1992 letterata (che poi, che vuor dì ?) aspirante scrittrice/sceneggiatrice e nei sogni più sfrenati addirittura attrice. Negli ultimi anni le serie tv sono diventate la sua nuova droga (dopo libri e cinema) e appena puó ne parla, ne legge e ne scrive. Galeotto fu The O.C. ma ora non c'è limite a ció che guarda (sempre con un occhio di riguardo per quello che arriva dalla buona e vecchia Inghilterra)
io nella botola ci metterei Olivia