The Following – Recensione 2×13 – The Reaping

Alla fine della scorsa puntata vediamo come Ryan trova finalmente il luogo che ospita la nuova setta di Joe, Korban, e trovandoci sul finire di questa seconda stagione direi anche che era ora! Finalmente i nodi stanno venendo al pettine e immaginiamo già che scorreranno fiumi di sangue quando i due storici antagonisti si troveranno faccia a faccia in quello che speriamo sarà un epico scontro finale.
Come sempre, però, procediamo per gradi.

ClaireRinchiusa nell’appartamento di Ryan, Claire ha tutte le intenzioni di rendersi utile nella lotta contro Joe volendo spiazzare il suo ex marito con una clamorosa intervista televisiva che – a suo dire- lo distrarrebbe rendendolo più vulnerabile e quindi spacciato. Adesso, non per dire, ma il periodo che ha passato nel programma testimoni mi sa tanto che l’ha fatta un po’ impazzire, perché quello che propone lei è un vero e proprio suicidio.
Strano a dirsi, ma l’unica che dimostra di avere un briciolo di cervello – e umanità – è proprio l’insospettabile Carrie, la quale finge di assecondare Claire per poi confidare a Mike le sue vere intenzioni. Che si sia redenta e voglia davvero aiutare Ryan a discapito di uno scoop che le darebbe ancora più visibilità di quella che ha già acquisito? Noi vogliamo crederci.

Joe mantiene la sua promessa e dichiara guerra aperta al reverendo Kingston rapendone il figlio e mostrandogli in un video l’assassinio della giovane fidanzata del ragazzo. Noi sappiamo che se c’è di mezzo un video messaggio di Carroll, ovviamente non possono mancare le minacce di morte e distruzione. Così parte una lotta contro il tempo per salvare Preston, e mentre il reverendo Tanner non riesce a non ingigantire il semplice atto della preghiera senza convocare una conferenza stampa, Ryan si avvicina sempre di più al suo obiettivo. Con la sua solita abilità (ancora mi domando come quest’uomo riesca a tenersi in piedi visto tutto quello che sta patendo), Hardy si mimetizza tra gli adepti della setta munendosi di maschera e toga così da rendersi irriconoscibile. Mischiatosi alla massa, assiste da spettatore alla follia dilagante, e sempre più coinvolgente, di Joe deciso a spettacolarizzare ogni sua mossa. E mentre Tilda registra tutto con una videocamera, Carroll pone uno di fronte all’altra Courtney e Preston con l’unico scopo di dimostrare al mondo che le prediche del reverendo non sono altro che un mucchio di bugie. E come farlo se non attraverso il sangue? Più precisamente Joe ordina a Preston di uccidere la ragazza, ma il tempestivo intervento di Ryan distoglie l’attenzione dal ragazzo ponendola adesso su un Joe vittima di un attentato dal quale però esce illeso.
I seguaci si disperdono e Hardy ha modo di confondersi ancora una volta tra di loro.

La perla di saggezza “Carrolliana” della settimana:

<<Death is necessary. It is no good. It is not evil. It is only inevitable.>>

Joe non sospetta della presenza di Ryan alla cerimonia fin quando non è proprio Robert a porre l’attenzione su un dettaglio che ha “distrattamente” scordato di riferire, scatenando la rabbia di Joe che si sente finalmente braccato dal rivale. La tensione sale, Emma propone la fuga (come sempre, fortuna che si era stancata di farlo), ma Carroll desidera affrontare la questione una volta per tutte, anche se ciò dovesse condurlo alla fine.
Piccola postilla: ma quanto è bravo James Purefoy? Ammetto che non lo conoscevo come attore prima di iniziare a seguire The Following, ma ha una mimica facciale incredibile, senza contare il pathos che trasmette con ogni singola frase o con un solo sguardo. Okay, si è capito che è la mia nuova crush!
Tornando a noi, alla fine è Ryan che decide di farsi catturare dagli scagnozzi di Joe per trovarsi di nuovo faccia a faccia con lui, ed è qui che assistiamo ad un momento da considerare adrenalinico per ogni fan dello show: Hardy vs. Carroll, signore e signori. E’ incredibile la chimica che i due attori ci mostrano fin da subito, smorzando la tensione con uno scambio di battute esilaranti e sorrisi di chi è giunto ad un punto cruciale della propria esistenza, e non ha più niente da perdere. Perché si sa, non c’è Carroll senza Hardy e non c’è Hardy senza Carroll. Anche se non lo ammetteranno mai, anche se desiderano distruggersi a vicenda, la verità è che l’uno non può vivere senza l’altro, parole che lo stesso Joe userà per definire la loro strana relazione. Si trovano ormai in una spirale di ossessione reciproca, hanno basato una parte -piccola ma consistente, poi dipende dai punti di vista- delle loro vite sul modo in cui potersi disfare della propria nemesi, e quel momento per uno dei due sembra avvicinarsi sempre di più.
I due danno vita ad un dialogo introspettivo, nel quale evidenziano pregi e difetti l’uno dell’altro come fossero due esperti analisti. Che sia un modo per temporeggiare o meno, dobbiamo rendere omaggio a questa scena, a mio avviso la migliore di tutta la seconda stagione.

 

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<< You are my bestfriend, Ryan>> – Joe.

Anche Lily Gray, che gli sceneggiatori hanno fatto uscire dal covo solitario nel quale si trovava, è sulle tracce di Joe. La donna spera di poterne rintracciare la posizione attraverso i dati raccolti durante la loro ultima telefonata (ricordate quando lui ha invano provato a salvare telefonicamente la vita di Mandy, fallendo miseramente? Ecco, quella chiamata), ma il compito si rivela essere più difficile del previsto. Nemmeno i piagnistei di Mark fanno desistere Lily dal suo volersi vendicare dell’uomo che a suo dire l’ha tradita.

mikemaxSpostandoci di nuovo in città, ecco che in questo episodio danno un po’ di spazio alla mia nuova ship preferita: Mike&Max. I due si ritrovano a visionare nuovamente tutti i filmati e i file possibili e immaginabili per mettersi sulle tracce di Ryan e Preston, e finalmente Max ci riporta con l’attenzione sul dolore inespresso di Mike per la perdita del padre. Tralasciando l’episodio in cui abbiamo assistito all’esecuzione in diretta del vecchio Weston, nessuno ha più visto piangere o crollare Mike, troppo preso da propositi di vendetta che lo hanno allontanato da tutto e da tutti. Max si dimostra essere il suo contatto con la realtà, una valida ancora di salvezza per emergere dallo schifo che sta affrontando, ma come al solito il momento quasi “magico”viene spezzato dagli aggiornamenti inopportuni – permettetemi di dirlo, questi due non quaglieranno più se non li lasciano cinque minuti in pace!- che mettono la task force sulle tracce di Lily. Assieme a tutta l’allegra famigliola, la Gray si trova in una casa nel New Jersey che i nostri eroi trovano vuota al loro arrivo, fatta eccezione per il corpo senza vita di Mandy, la quale viene identificata grazie ad una vecchia foto ricavata da alcune riprese all’epoca della sua fuga con Joe.
Rintracciando il segnale del GPS di un’auto presa a noleggio, la squadra si ritrova quasi subito sulle tracce della Gray’s family che a sua volta si dirige dritta verso Korban.

Nel frattempo, l’amabilissimo Joe ripropone il teatrino iniziale in un ambiente più intimo che vede Ryan come diretto testimone dei suoi giochi psicologici ai danni del povero Preston, e a poco valgono le rassicurazioni di Hardy visto che alla fine il ragazzo cede e uccide secondo la volontà del suo aguzzino.
A questo segue un nuovo momento Hardy vs. Carroll 2.0 molto più intimo del precedente, tirando fuori l’argomento che sopra ogni altra cosa li ha uniti fin dal principio: Claire. Joe ammette di sentire la sua mancanza, definendola il suo unico e grande rimpianto dinnanzi allo sguardo impassibile di Ryan.

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E’ il momento dei saluti e della fuga: Joe si mette in salvo, il mini esercito di Lily assedia Korban, Ryan riesce a liberarsi mentre l’elicottero del’FBI che ospita Mike e Max giunge nei pressi del SUV noleggiato dalle guardie dei Gray.
Mike si divide immediatamente dal gruppo appena riformatosi, e bracca la donna con tutte le intenzioni di portare a compimento una vendetta che Ryan cerca di sventare. Un po’ un controsenso detto da lui, ma apprezziamo il fatto che cerchi in tutti i modi di impedire all’amico di diventare esattamente come lui. Un ossessionato. Ma è troppo tardi.
Mike spara a Lily ed io gongolo come una disperata. Fossi stata in lui credo proprio che avrei fatto la stessa cosa. Okay, è poco ortodosso, ma vi sfido a non immedesimarvi nel profondo dolore e nella rabbia che ha provato Mike – altra mia crush- per troppo tempo. Go Mike, go!!

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Come volevasi immaginare, Carrie Cooke perde tutti i punti accumulati all’inizio della puntata cedendo alle richieste di Claire che, tramite la giornalista, invia un messaggio in codice a Joe. Il buon Carroll è davvero disorientato dalla news, proprio come aveva previsto Claire. Alla luce dei nuovi avvenimenti, quale sarà la sua prossima mossa? Nulla gli impedirà di portare a compimento il suo piano epico, oppure sarà proprio l’ex moglie a mettergli i bastoni tra le ruote?

Gli interrogativi sono ancora troppi a due puntate dal finale di stagione e io non sto più nella pelle!
Vi lascio con la mia reazione post puntata, vi rimando come sempre a The Following Italia per ulteriori notizie e alla nostra bellissima pagina Facebook, Serial Crush.
Stay tuned!

kevin-bacon-on-jimmy-fallon-2014-gifsSi è capito che la puntata mi è piaciuta un sacco troppissimo?? 

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Mia

About Mia

Nata - ormai - parecchi anni fa, è da sempre stata una grande appassionata di serie tv, ma solo con l'avvento dello streaming ha iniziato a seguirne talmente tante da mandarsi da sola in fumo il cervello. Partita con "The Vampire Diares" (che non segue più per ovvi motivi di declino), si addentra ben presto in questo mondo che la porta a scrivere recensioni random e a gestire una pagina su Facebook. Oncers incallita, ha una passione folle per Matt Bomer e Nathan Fillion, che ama disperatamente e senza alcuna possibilità di vederli nemmeno da lontano. Ha un "omino del cervello" con fandom tutti suoi, il ché la fa sembrare spesso e volentieri un po' comicamente contraddittoria. Stanno litigando tuttora. Visto che passa un bel po' di ore davanti al pc per vedere telefilm, ama allietare questi momenti con del buon cibo spazzatura: una rovina per la forma fisica, ma anche per questo la colpa ricade sull'omino del cervello. #scaricabarilemodeon Non ha ancora capito la vera utilità di Twitter (e non le frega più di tanto), si diletta tra la costante ricerca di un lavoro - che teme di non trovare mai - e la quarta stesura del suo primo romanzo che sembra essere quella buona. Il tutto tra una distrazione e l'altra. E le montagne di libri che deve ancora leggere.